LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Parlare di riflessologia plantare può diventare complesso: infatti, per quanto è facile definirla come l’arte del massaggio che si avvale di specifici punti sulla pianta dei piedi per stimolare reazioni “riflesse” in altre zone del corpo, spiegarne storia, sviluppi e funzionamento è un discorso lungo.
In una tomba egizia di 4330 anni fa, al cosiddetta “Tomba dei Medici” di Saqqara vi è raffigurata una scena di massaggio ai piedi ed alle mani. Pare quindi che questo tipo di massaggio fosse riconosciuto per i suoi effetti già agli albori della civiltà. Del resto i Cinesi e gli Indù fanno risalire l’arte della riflessologia plantare a tempi remotissimi, così come per i Nativi Americani, probabilmente si tratta di un retaggio sciamanico comune almeno tra popoli dell’Estremo Oriente e antenati dei Nativi Americani quando questi vivevano ancora nelle steppe asiatiche prima di raggiungere le Americhe, così come potrebbero esserci stati contatti tra Egitto ed India, due culture che sebbene apparentemente siano viste come lontane hanno misteriosi punti in comune. Senza però dover riscrivere la storia possiamo sicuramente affermare che sin dalla preistoria l’uomo si è accorto che per qualche motivo sulla pianta dei piedi vi erano dei punti che toccati davano reazioni in determinati organi e parti del corpo.
Questo segreto in Occidente venne in parte dimenticato, anche se non mancano testimonianze di come durante tutta la storia vi fosse chi lo conosceva in Italia ed in tante altre zone d’Europa, tanto che tra i primi a notare questi specifici punti posti sui piedi con occhio “scientifico” vi furono uno svedese, Pehr Hrnrik Ling ed un inglese, Sir Henry Head, che nel XIV secolo posero le basi della riflessologia occidentale. La riflessologia occidentale va differenziata da quella cinese, che si basa sui principi della medicina cinese. Le principali differenze sono che mentre la scuole occidentali pur schematizzando ed applicando in modo pragmatico i punti di pressione si sono limitate a cercare correlazioni dirette tra punti ed organi mentre ancora non vi è una spiegazione univoca e soddisfacente sul come sia possibile che questo accada. Al contrario la riflessologia cinese ha una prospettiva molto più olistica: qualsiasi disturbo si origina con una alterazione del flusso del Chi o Qi l’energia vitale, la riflessologia plantare cinese è quindi uno dei tanti modi per risistemare questo flusso (così come il massaggio, l’agopuntura, le tecniche di respirazione…) che può dare rapido sollievo. Il punto sul piede quindi ha l’effetto di riequilibrare l’energia laddove ci sia un eccesso o un ammanco, riportando l’equilibrio.
Per la riflessologia occidentale invece ancora non c’è una unica spiegazione: c’è chi cerca la spiegazione nel sistema nervoso, chi nella liberazione di ormoni, chi nella psicologia, fino alle teorie che sono molto simili in qualche modo a quelli della medicina cinese dato che definiscono i punti di pressione come delle specie di interruttori della bioelettricità senza la quale il nostro corpo non funzionerebbe e che liberano gli organi da accumuli ed ammanchi.
Qualunque sia la spiegazione c’è da dire che la riflessologia plantare funziona per una miriade di disturbi, è utilissima contro i dolori tanto da essere stata sperimentata in passato con successo come sostituto dell’anestesia per piccoli interventi.